Il presidente di Apindustria Brescia protagonista dell’incontro organizzato a Salò dal Rotary club Valle Sabbia Centenario

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09 Novembre 2006
Testata news: 

Il presidente di Apindustria Brescia protagonista dell’incontro organizzato a Salò dal Rotary club Valle Sabbia Centenario

Flavio Pasotti rilancia il Brescia District

«Ma bisogna puntare in alto: la città non deve più rimanere il centro della provincia»

«Oggi il rischio non è di chiudere uno stabilimento in Italia per andare ad aprire in Germania o Romania. L’interrogativo riguarda, invece, dove posizionare i nuovi progetti. E allora, più che il costo del lavoro, diventano determinanti la fiscalità e la presenza di servizi». Concetti chiari ed eloquenti che Flavio Pasotti, vicepresidente nazionale di Confapi e leader di Apindustria Brescia, ha espresso partecipando all’incontro organizzato nella cascina «San Zago» di Salò dal Rotary club Valle Sabbia Centenario, guidato da Nicola Bianco Speroni.
Parlando di «Brescia district, global country» Pasotti ha spiegato che la zona di Montichiari è destinata a entrare in un cono di luce. «A Padova - ha detto il leader di Apindustria - è stato creato un centro di eccellenza per le nanotecnologie, a Trieste per la fisica, a Torino per le telecomunicazioni, a Napoli per i polimeri, a Catania per l’elettronica, a Modena per la mecatronica. A Trento, addirittura, hanno fatto arrivare i big della Microsoft. Ebbene, nei cassetti dell’Università di Brescia sono chiusi numerosi progetti: inutilizzati, perché non si capisce a chi appartengano i brevetti».
In provincia - ha aggiunto Pasotti - esistono i distretti (della plastica, del legno, della metallurgia, delle posate, ecc.), «in passato i trasferimenti di tecnologia avvenivano nei bar di Lumezzane o assumendo il dipendente di un’azienda concorrente. Adesso - ha sottolineato - è indispensabile effettuare i nuovi investimenti in una zona che abbia possibilità di sviluppo: vicino alla Tangenziale est e a Montichiari, nei pressi della A4, della A21 e dell’Autobrennero, dove c’è un aeroporto che deve far venire gente e dove passerà l’Alta velocità. I collegamenti diventeranno rapidissimi: 28 minuti per Milano, 39 per raggiungere Venezia, 35 per arrivare a Monaco, 40 Francoforte, un’ora e un quarto per Parigi. E’ questa l’area dove possono confluire intelligenze, persone e infrastrutture, con un bacino di utenza che va da Milano a Venezia». In quella zona - ha spiegato ancora Flavio Pasotti - c’è l’ipotesi di realizzare il nuovo stadio di calcio: ben venga. Però bisogna puntare in alto, pensare a una squadra da coppa UEFA, con biglietti da vendere in tutta Europa. Un’altra idea seducente è quella di ospitare concerti e spettacoli ad alto livello. Ogni città ha dei simboli: con l’Arena e la vicenda di Giulietta & Romeo, Verona richiama visitatori da tutto il mondo» (e ora si sta impadronendo anche del lago di Garda), «Milano ha il Duomo, Bergamo la città alta. E Brescia? - si è interrogato il leader di Apindustria -: Il termoutilizzatore, Santa Giulia» (che è stata convento, basilica, caserma, luogo di conservazione del tesoro, ecc., ed è troppo carica di storia per lanciare all’esterno un messaggio unico) «o altro? In Giappone gli aeroporti e le stazioni sono diventati i grandi monumenti dell’epoca moderna. Potrebbe capitare anche da noi. In ogni caso la città di Brescia non deve più rimanere il centro della provincia». Un intervento accattivante, dunque, che ha preso il via dal dopoguerra, e ripercorso le tappe della crescita industriale. Al termine un imprenditore valsabbino ha sottolineato come sia giusto disegnare grandi scenari, perché le utopie e i sogni possono diventare realtà. «Al momento, però, fatichiamo a collegarci via Internet - ha osservato -, e a volte dobbiamo attendere alcune ore». E un altro: «Uno di Lumezzane voleva aprire un’azienda proprio dalle parti di Montichiari, ma ha rinunciato, visto che per andarci, con l’automobile, impiega... mezza giornata».
Sergio Zanca

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