L’aiuto del Rotary agli asili terremotati

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13 Aprile 2006
Testata news: 

GARDONE. In una cerimonia al Grand Hotel

L’aiuto del Rotary agli asili terremotati

Consistente contributo alla materna locale e a Vobarno

Appuntamento particolare nel Salone delle feste al Grand Hotel di Gardone Riviera. Ci sono almeno 150 soci del Rotary, giunti dall'intera provincia, i sindaci di Desenzano (Fiorenzo Pienazza), Vobarno (Carlo Panzera, il numero 1 dell'Associazione comuni bresciani, accompagnato dal suo parroco, don Mario Benedini) e quello di casa (Alessandro Bazzani), i presidenti delle materne di Pompegnino (Luigi Faberi) e Gardone (Gabriele Peluchetti). E' la serata della consegna di una consistente offerta ai due asili, distrutti dal terremoto del 24 novembre 2004.
«E' bello scoprire di avere qualcuno vicino quando si è in difficoltà - afferma Peluchetti -. La somma verrà impegnata nel modo migliore. E' stata saggia la decisione di aiutare due scuole dell'infanzia, perchè rappresentano il futuro. All'ingresso del Vittoriale c'è una frase di Gabriele D'Annunzio («io ho quel che ho donato»), che si potrebbe applicare a tutti voi, per la generosità dimostrata».
A Gardone i bambini sono rientrati nella loro materna 40 giorni fa, dopo avere ottenuto ospitalità prima nel residence «Borgo degli ulivi», poi nell'edificio delle Elementari. L'inaugurazione ufficiale avverrà domenica 14 maggio. Il rifacimento dell'immobile, letteralmente collassato, ha richiesto 585 mila euro. Una buona parte (462 mila) è stata coperta grazie ai fondi stanziati per il sisma, ma per i restanti 123 mila gli amministratori hanno dovuto contrarre un mutuo bancario. Il cospicuo aiuto arrivato l'altra sera dal Rotary consente di respirare.
«A Pompegnino di Vobarno - interviene don Mario -, nei mesi successivi al terremoto, qualcuno è morto di crepacuore. Sentire che gli anziani pensavano di vendere la casa e andarsene ci ha allarmato. La frazione rischiava di morire. Dovevamo ricreare un motivo di speranza. Abbiamo puntato sulla ricostruzione dell'asilo. La spesa, circa un milione e 300 mila euro, faceva paura. Ma i contributi, gli aiuti e «colpi d'ala» come questo ci hanno permesso di arrivare quasi in fondo».
«La terribile scossa, alle 23.59 del 24 novembre, ci ha gettato dal letto terrorizzati - ricorda Leonardo Tranquilli, presidente del Rotary di Salò e Desenzano, che raggruppa gardesani e valsabbini, motore dell'iniziativa -. Alcune case sono crollate, moltissime lesionate. Ma non c'è stata nessuna gara di solidarietà televisiva, rispetto all'abituale generosità italiana. Il mese successivo il drammatico «tsunami» asiatico ha contribuito a gettare un velo di oblio sul terremoto di Salò e dintorni. La Protezione civile ha svolto un lavoro eccezionale, al di là di ogni immaginazione. Da parte nostra, abbiamo messo a disposizione ingegneri, architetti, geometri, tecnici per effettuare le verifiche degli edifici e aiutare i cittadini nella valutazione dei danni. Una commissione, guidata da Giacomo Bertolotti, ha poi deciso le successive modalità di intervento. Quello che consegnamo stasera è una prima tranche di un contributo raccolto tra i vari Rotary». Un impegno svolto nel ricordo del giovane avvocato Vittorio Leonesio, scomparso proprio in quei giorni, dopo una lunga, dolorosa malattia, e che, da ragazzino, era corso in Friuli con gli scout per dare un aiuto ai terremotati.
Oltre alla lettura di alcuni brani da parte della bravissima Viola Costa, dell'Accademia della Voce, la serata ha visto la firma di un patto di solidarietà tra sei club (Salò-Desenzano, Valtrompia, Manerbio, Vittoria alata, Brescia est e quello Sud ovest) e quattro Inner Wheel (il corrispondente femminile del Rotary): in caso di calamità naturali, si impegneranno a coinvolgere congiuntamente i soci.
«Nell'80 - ha ricordato Tranquilli -, proprio qui a Gardone Riviera, abbiamo ospitato Albert Sabin, il medico polacco che, negli Stati Uniti, ha scoperto il vaccino contro la poliomielite. E il Rotary ha lanciato la più grande campagna della storia, facendo vaccinare due miliardi di bambini tra il 1985 e il 2000, debellando la polio. Cuore e volontà servono a portare avanti progetti».
Sergio Zanca

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