Premi ad artigiani eccellenti nel ricordo di Lino Poisa
Il riconoscimento dei Rotary a Benedetto Boschi Girelli, Ambra Gandellini, Francesco Medici, Giampietro Tonesi, Mario Veschetti e Renato Zola
BRESCIA Benedetto Boschi Girelli, Ambra Gandellini, Francesco Medici, Giampietro Tonesi, Mario Veschetti e Renato Zola hanno ricevuto martedì sera, nella bella cornice di Villa Fenaroli a Rezzato, il premio Lino Angelo Poisa per la cultura del lavoro, per la tradizione, l’impegno e l’innovazione. Giunto alla quarta edizione, il premio biennale è assegnato da una commissione nominata congiuntamente dai Rotary Brescia Est, Vittoria Alata e Valle Sabbia Centenario a persone che si siano distinte per i risultati eccellenti del loro lavoro. E di eccellenze, indubbiamente, si tratta.
Benedetto Boschi Girelli, classe 1931, è stato un simbolo della ristorazione italiana, del legame tra cucina e territorio, tra piatti e prodotti locali, creando nel mondo il mito del Bagoss con lo slogan: «Il formaggio dell’amore».
Ambra Gandellini, giovane imprenditrice di un’azienda a conduzione familiare, ha ricevuto il riconoscimento in ragione del suo impegno nell'innovazione e nel design. La sua azienda, con il marchio Gielle Uno, produce lampade che prendono le strade del mondo.
Francesco Medici da Ome, classe 1924, è il primo degli incisori bresciani ad operare nel dopoguerra, erede di una tradizione che ha reso Brescia famosa nel mondo. Negli anni Cinquanta ha realizzato fucili per il presidente Usa Eisenhower e per la famiglia Agnelli. Di grande pregio anche in altri campi come dimostra la medaglia consegnata nel 1976 a Paolo VI.
Giampietro Tonesi, calcinatese, è il continuatore di un’attività, quella della «Tonesi costruzioni metalliche», il cui primo nucleo risale alla fine dell’Ottocento. Nel corso degli anni l’azienda si è sviluppata, strutturandosi e raggiungendo la capacità di spaziare sull’insieme dell’iter produttivo, dalla progettazione al prodotto finito.
Mario Veschetti, nato come orologiaio a soli 11 anni, nel 1943, è diventato presto riparatore ufficiale per conto di vari orologiai cittadini e nel 1949 ha «aperto bottega» in via Crispi. E lui, artigiano con senso imprenditoriale, ha sempre seguito la via della specializzazione, approfondendo studi nel campo della gemmologia e dell’arte orafa, divenendo uno dei più stimati esperti di gioielli d’epoca. Infine Renato Zola, classe 1926, è l’ultimo maestro delle fucine del ferro della Valle Sabbia. Il suo apprendistato avviene a Casto, nella fucina del padre. Interessante la descrizione dei gradi di apprendimento: da stampì, a putì de la stanga e laoret e, infine, a maester. Gradi che testimoniano di un'antica arte della quale Renato Zola è uno degli ultimi testimoni viventi. Trasferitosi a Odolo, nel 1952, ha condotto la Fusina de le Butighe per oltre cinquant’anni, producendo attrezzi agricoli distribuiti in tutta Italia. s. da