Tredici club "illustrano" 2000 anni di pittura a Brescia

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02 Marzo 2008
Testata news: 

Brescia – E’ uscita in questi giorni la
nuova grande impresa editoriale di
cui si sono fatti carico i Rotary Club
bresciani da offrire alla comunità attraverso
le biblioteche di Brescia e provincia: "Duemila
anni di pittura a Brescia", che si pone in
continuità con la precedente opera "Mille anni
di letteratura bresciana", edita nel 2004.
L’opera ha avuto il sostegno dei Pdg Enzo
Cossu e Adriano Lecci e della commissione
editoriale presieduta dal presidente dell’Associazione
"Amici di Lino Poisa", Pdg Angelo
Borghese, e costituita dai soci Gianfranco
Callegari, Ezio Quaglietti, Bruno Nocivelli,
Gianfranco Donina, Nicola Bianco Speroni,
Alberto Monti, Enrico Pedini e Amedeo Biglione
di Viarigi.
Ha avuto la cura scientifica di Carlo Bertelli,
noto studioso e storico dell’arte a livello internazionale.
Il coordinamento editoriale è
stato affidato dalla commissione editoriale a
Elisabetta Conti, socio del RC Brescia.
Tredici sono i Rotary Club bresciani che hanno
preso parte all’iniziativa. Un contributo è
pervenuto anche dalla Rotary Foundation,
che ha riconosciuto il grande valore dell’iniziativa
bresciana.
L’opera "Duemila anni di pittura a Brescia",
vuole essere un’operazione assolutamente
nuova ed eccezionale, in quanto si pone l’obiettivo
di un serio recupero della storia bresciana
in ambito artistico con un taglio moderno
e scientificamente aggiornato.
Brescia sicuramente si è collocata un po’ al
margine della storia dell’arte italiana, nonostante
alcune grandissime affermazioni individuali
dei suoi artisti.
Mancava una ricerca sull’identità bresciana e
quest’opera, che vede la partecipazione di
studiosi qualificati, intende colmare tale lacuna.
Duemila anni di pittura a Brescia presenta un
orientamento cronologico sulla pittura sia a
Brescia che sulla sponda bresciana del Garda
e nelle valli bresciane.
I periodi storici sono introdotti da una breve
narrazione; gli autori maggiori sono evidenziati
con una trattazione sintetica, ma adeguata
a distaccarli dal grande numero di artisti
operanti a Brescia e nel Bresciano in un
periodo tanto lungo. Gli artisti minori, bresciani
o non, sono segnalati con luogo e data
di nascita, indicazione dei luoghi principali
in cui hanno operato, sintetica valutazione
della loro opera e infine il rinvio alla bibliografia
generale.
Alcuni aspetti di particolare importanza –
per esempio la Signoria Malatestiana, la
Danza della Morte di Clusone, il trittico Averoldi
di Tiziano, il genere tipicamente bresciano
delle pitture di Faustino Bocchi e
Francesco Paglia – hanno una scheda di approfondimento
a sé.
E’ importante che siano in quest’opera per la
prima volta raccolte le notizie su tutti i pittori,
considerando che è la loro coralità che
definisce la fisionomia di un centro e di una
regione particolarmente permeabile alle
grandi tradizioni pittoriche vicine, la lombarda
e la veneta, e capace di una propria e inconfondibile
sintesi.
I volumi ripercorrono dunque la storia della
pittura bresciana dalla fine dell’impero romano
al ‘900 e ogni capitolo è affidato a un curatore
esperto del secolo.
Il progetto editoriale si presenta in due volumi
riccamente illustrati, stampati in 2.500
copie di prima edizione. L’opera ha avuto il
patrocinio dell’Ateneo di Brescia, Accademia
di scienze, lettere e arti, del Comune di Brescia
e della Provincia di Brescia.
Gli autori dei singoli capitoli o schede sono
Luciano Anelli, Pier Virgilio Begni Redona,
Carlo Bertelli, Elisabetta Conti, Maria Teresa
Donati, Matteo Ferrari, Fiorenzo
Bisogni, Fausto Lorenzi, Elena Lucchesi
Ragni, Francesca Morandini, Pierfabio Panazza,
Mauro Pavesi, Elisabetta Roffia, Filli
Rossi, Renata Stradiotti, Valerio Terraroli
e Thea Tibiletti.
La convinzione di giungere a una nuova opera
è stata dettata anche dalla consapevolezza
che la cultura, come diceva l’insigne giurista
Albertano da Brescia, è nobile possesso che
distribuita tra molti riceve incremento e disprezza
l’avaro proprietario, e se, non divulgata,
ben presto svanisce e si dilegua. La
cultura deve dunque essere generosamente
offerta a molti, che ne possano così liberamente
fruire affinchè l’altruismo possa tradursi
in una cultura dell’altruismo.
Siamo inoltre consapevoli che soltanto la
conoscenza delle proprie radici storiche ed
artistiche permetterà ai giovani di affrontare,
con una forte consapevolezza della propria
identità, le sfide di un futuro globale aperto a
tante culture e rappresentazioni artistiche.
E. C.

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