PRESEGLIE. L’amatissimo luogo sacro cinquecentesco è stato danneggiato dal terremoto
Santuario del VISELLO: un risanamento a metà
Rotary club di Valsabbia e Fondazione Comunità bresciana hanno promesso di affiancare i loro contributi ai fondi stanziati dalla Regione, e così, l’amatissimo santuario del VISELLO di Preseglie potrà essere «curato» eliminando i danni del terremoto.
Parliamo di un edificio sacro costruito nel 1527 nel luogo della presunta apparizione della Madonna a un giovane pastorello muto. «All’interno - ricorda il parroco presegliese don Faustino Sandrini - i visitatori possono ammirare un pregevole ciclo di affreschi e una singolarissima composizione di grandi statue lignee che rappresentano la Dormitio Verginis affiancata da soli 10 apostoli (come mai solamente 10 nessuno lo sa); ma quello del restauro dei dipinti e dei pezzi lignei è un altro capitolo: per attuarlo sarà necessario trovare nuovi soldi».
Per ora, i lavori che stanno per iniziare prevedono, con un investimento di circa 180 mila euro (la metà dei quali arriva da un contributo stanziato dalla Regione), il consolidamento delle pareti e delle fondamenta, oltre all’impermeabilizzazione e all’isolamento di tetto e pavimenti: insomma l’indispensabile per la sopravvivenza della chiesetta, oggi in bilico. L’auspicio è che, una volta realizzati questi lavori, si possano trovare altri fondi per statue e affreschi.
Don Faustino è comunque preoccupato per l’immediato futuro: «Se la Regione ci fornirà circa 90 mila euro dove troveremo gli altri 90 mila? Dovremo bussare alle porte dei fedeli di Preseglie, che sono meno di un migliaio e hanno tre chiese da restaurare per oltre un milione e 200 mila euro di spesa, mentre dal Pirellone ne arriveranno solo 640 mila».
Un futuro incerto, insomma. Intanto, nei giorni scorsi il sindaco Stefano Gaburri e il parroco don Faustino hanno presentato insieme, col sostegno di tecnici, architetti e ingegneri, l’intervento di messa in sicurezza dello storico edificio, che è chiuso al culto e inagibile dal 24 novembre 2004, quando il terremoto minacciò di farlo crollare interamente. Massimo Pasinetti