Salò – La realtà italiana si configura ormai come multietnica e multiculturale ed evidenzia il carattere di permanenza del progetto migratorio dei cittadini stranieri
che popolano le nostre città. Anche il bresciano, in quanto ampiamente industrializzato, risente fortemente del fenomeno dell'immigrazione, che ha fatto emergere problemi nuovi e non di facile soluzione. Sono più di duecentomila
gli studenti stranieri che frequentano le scuole lombarde, un numero rilevante che richiede forme d’integrazione anche da parte dei genitori. E’ nata così un’iniziativa portata avanti dalla Commissione distrettuale Area primaria
“Alfabetizzazione”, presieduta da Elisabetta Conti. Si tratta di una guida, titolata “Vivere nella scuola italiana”, tradotta nelle otto lingue più diffuse tra gli immigrati in Italia e pubblicata in 90 mila copie che saranno distribuite, gratuitamente, ai genitori dei bambini stranieri attraverso gli Uffici scolastici provinciali della Regione Lombardia. La guida contiene le disposizioni
legislative, regole e modalità di svolgimento delle attività didattiche, ma anche consigli per rapportarsi agli insegnanti, indicazioni sull’abbigliamento, sull’igiene personale e sui comportamenti da tenere nella scuola italiana.
E’ uno strumento molto utile anche per stabilire un primo contatto con le famiglie. Notevole successo ha avuto l’iniziativa di Andrea Guetta di approfittare della presentazione del lavoro di Elisabetta Conti per dedicare una serata ai problemi della scuola, organizzando un interclub con i presidenti Clara Stabiumi e Giuseppe
Martinazzi dei RC Valsabbia Centenario e Valtrompia,
coinvolgendo oltre a Giuseppe Colosio, direttore dell’Ufficio scolastico regionale per la Lombardia, e a Maria Rosa Raimondi direttore dell’Ufficio scolastico provinciale e una quindicina di dirigenti scolastici locali.
Oltre cento i presenti fra cui il Governatore Carlogiorgio
Pedercini con un folto staff distrettuale.
L’intervento di Colosio inizia con i numeri: circa 1.400.000
gli studenti lombardi, universitari esclusi, e 186.000 gli addetti di cui 146.000 diretti. Queste cifre danno la dimensione dei problemi da governare; una grande industria che produce apprendimento.
Se il processo fallisce, si scardina il perno fondamentale
per costruire un futuro sostenibile, in cui ciascuno possa avere l’opportunità di soddisfare i propri bisogni, dove lo sviluppo di ognuno produce lo sviluppo della società.
«La scuola intesa in questo senso – dice Colosio – è un prodotto tipico della cultura occidentale, che nasce dall’idea di liberazione individuale del mondo greco-romano,
rafforzata dal cristianesimo, declinata dall’Illuminismo.
Ora siamo di fronte a una grande occasione offerta dalla riforma, un prodotto bipartisan, che permetterà di adeguare la scuola ai nuovi canali e processi informativi. La nuova
riforma riduce il tempo di esposizione dello studente all’insegnante per far lavorare di più la mente dello studente, che è nativo digitale e perciò meglio dell’insegnante sa arrivare ai canali di conoscenza. Ciò che distinguerà il docente dal discente non sarà la quantità di informazioni, ma la capacità di utilizzarle». Il compito della scuola, dunque, è essenzialmente di
guida: mette lo studente nella condizione di riconoscere
le informazioni cogliendole sullo sfondo del grande rumore della rete globale, di saperle utilizzare e costruire con esse un contributo allo sviluppo della civiltà.
A fine dibattito, il Governatore ha rimarcato che il Rotary deve impegnarsi nell’ambito scolastico per far si che le persone che vengono da noi in cerca di riscatto da una vita di miseria e sofferenza, possano pienamente integrarsi e apportare nuova ricchezza sociale.
Saverio Corsini