Le missioni in aree di crisi analizzate da due prospettive

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10 Marzo 2011
Testata news: 

BRESCIA – Inizio suggestivo e coinvolgente quello della serata del 25 gennaio scorso a Villa Fenaroli di Rezzato (Brescia): rintocco della campana, minuto di raccoglimento in memoria dei caduti civili e militari nelle missioni
all’estero, inni.
Organizzata dal Rotary Club Brescia Est (presidente Daniele Bresciani) in interclub con il RC Vallesabbia Centenario (presidente Pierdomenico Dall’Era) e il RC Rodengo Abbazia (presidente Michele Salvioni Giebelman), si è dimostrata peculiare e distintiva per la notevole partecipazione di soci e ospiti, nonché per i temi trattati, che si collocano
nello scenario delle missioni nelle aree di crisi (Balcani-Medio Oriente). Due i relatori obiettivamente efficaci, il cap. magg. Trebeschi, bresciano, paracadutista, ranger e la dottoressa Cristina Balotelli, giornalista professionista di Radio 24, hanno proposto uno spaccato della loro lunga
esperienza nelle aree di crisi.
Il primo ha partecipato alle missioni in Afghanistan, Albania, Bosnia-Herzegovina, Kossowo, Macedonia e Iraq, dove gli è stata concessa dall’esercito Usa la medaglia all’onore.
Nella sua chiara esposizione, molto interessante e con l’ausilio di immagini, basandosi sul suo impiego in Afghanistan nei Balcani e Iraq, ha proposto dei flash sopratutto sulle qualità complessive dei componenti
delle Fos, costituito da uomini dotati di fervida passione, altruisti di indiscutibile e profonda professionalità. Operatori che per altro hanno subìto un notevole arricchimento umano, dovuto al contatto con le popolazioni
locali inizialmente diffidenti e ostili, ma successivamente amiche. Questo per la lealtà e l’altruismo mostrato dai nostri militari.
Ha fatto seguito l’intervento della dottoressa Balotelli che, come giornalista, è stata "embedded" (cioè aggregata all’Esercito) nelle missioni in Libano (2007 e 2010) e in Afghanistan (2009) e quale inviata in Israele.
Nella sua brillante esposizione ha fatto presente che per poter lavorare come giornalista nelle zone di guerra, alla base di tutto c’è la passione, ma al tempo stesso, essendo in gioco la sicurezza personale bisogna seguire alcune regole. In primis capire le esigenze delle parti e mai intralciare il loro lavoro o causare situazioni di disagio. Il giornalista deve mantenere un atteggiamento di umiltà
ed ubbidire a quello che dispongono i militari, particolarmente in presenza di pericolo.
Bisogna anche costruire un rapporto di fiducia con i militari e avere un profondo rispetto con la popolazione con la quale si entra in contatto, la cui mentalità può essere estremamente diversa dalla nostra.
La giornalista ha avuto la possibilità di viaggiare sui blindati Lince con i soldati che quotidianamente pattugliavano le strade di Kabul. Al termine degli interventi: le domande e, successivamente, il presidente Bresciani (coinvolti anche gli altri due presidenti)
ha donato ai relatori il gagliardetto del club ed altri oggetti di ricordo ed ha salutato i presenti. La serata perfettamente organizzata in ogni suo aspetto e conclusasi tra applausi scroscianti ha meritatamente riscosso
uno strepitoso successo.
Antonino Ricci

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