LIBRI. PRESENTATA A REZZATO DURANTE UNA RIUNIONE DEI ROTARY
Corruzione un cancro vivo
Nell'Italia delle tangenti in vent'anni, dal 1983 al 2002, solo il 2 per cento ha pagato con il carcere. È una delle cifre rese note da un ricerca di Piercamillo Davigo, uno dei protagonisti di Mani Pulite e oggi consigliere della Cassazione, e Grazia Mannozzi, docente di Dritto penale all'Università dell'Insubria. Il tutto è riversato in un libro, «La corruzione in Italia», edito da Laterza e presentato nei giorni scorsi a Rezzato durante una riunione dei Rotary di mezza provincia.
Chi si aspetta di trovarsi tra le mani un testo sui fatti degli ultimi vent’anni, come Tangentopoli, si sbaglia. Il libro è una fonte di dati. La ricerca sarebbe dovuta essere destinata a una rivista specializzata, ma, dopo due anni di numeri del Casellario giudiziale centrale, ne è uscito un testo di oltre 300 pagine ricco di grafici e tabelle. Tuttavia non è destinato solo agli esperti del settore: l'interpretazione ragionata dei dati lo rende fruibile da tutti.
Il tema generale è la corruzione. A inizio anni ’90 il fenomeno è improvvisamente affiorato e in quegli stessi anni all'opinione pubblica sembrò che il sistema penale fosse ipereffettivo. Si parlò, e si parla, di giustizialismo.
Eppure «il nostro sistema penale è una tigre di carta - spiega Mannozzi - e non riesce a comminare le pene che minaccia. Per corruzione sarebbe da 4 a 12 anni».
Lo stesso Vittorio Grevi, professore di procedura Penale a Pavia, nella prefazione spiega che «i risultati concreti dell'attività investigativa (...) sono stati inferiori alle attese, a causa dell'ampiezza della "cifra grigia" dei fatti criminosi scoperti e accertati, ma non sanzionati da condanna definitiva, molto spesso per via della prematura scadenza dei termini di prescrizione».
Nel libro non mancano cifre e dati interessanti.
Enrico Grazioli