Alta Valsabbia Sport Hand sogna una casa

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23 Settembre 2009
Testata news: 

Alta Valsabbia Sport Hand sogna una casa
Servono 100mila euro per una sede vicina agli impianti di sci, per agevolare i corsi per i disabili
serva anche da base per gestire in modo continuativo
una scuola di sci per atleti diversamente
abili. Ecco il progetto di Alta Valsabbia
Sport Hand, sodalizio presieduto da Paolo
Mazzacani che opera ormai a livello nazionale,
promuovendo la partecipazione ad attività
sportive di chi ha perso l’uso delle gambe.
Occasioni d’incontro che meglio di altre hanno
la peculiarità di favorire il confronto e di stimolare
al superamento di oggettive condizioni
di difficoltà. Un programma che ha incontrato
il sostegno del Club Rotary Valle Sabbia Centenario
che nei giorni scorsi ha organizzato al Nineteen
di via Bulloni, in città, una serata di beneficenza
espressamente dedicata all’iniziativa.
Obiettivo del sodalizio presieduto da Clara
Stabiumi cominciare a raccogliere fondi e far
conoscere il progetto ai colleghi rotariani del
resto della provincia bresciana, perché possano
dare il loro contributo ad un’iniziativa che
trascende certo i confini della Valle Sabbia.
Centomila euro ci vogliono per realizzare il
sogno di Mazzacani e dei suoi amici: una sede
posizionata nelle immediate vicinanze di un
campo da sci nella quale gestire in modo adeguato
almeno tre ragazzi disabili per volta. La
condizione ideale per avviarli alla pratica dello
sci, resa possibile da una ormai collaudata tecnologia,
o per perfezionarne lo stile. Da anni il
sodalizio organizza corsi in una decina di località
sciistiche, dal Gaver a Campiglio, da Cortina
all’Abetone passando per Pila, in Val d’Aosta,
entrando a far parte di una rete di associazioni
che si sostengono una con l’altra: «Funziona
così: noi di Alta Valle Sabbia Sport Hand
ci diamo da fare soprattutto in Gaver e Campiglio
e siamo disposti a dare una mano anche
altrove. Gli altri fanno altrettanto con le località
più vicine - ci dice Mazzacani, "paracampione"
col monosci e con la racchetta da tennis -.
Solo la Freerider c’è sempre al completo».
«Il nostro impegno non avrebbe senso senza
la possibilità di offrire una via d’uscita a chi rischia
di rimanere bloccato in sé stesso, a casa
o su una sedia a rotelle, per il resto della sua
vita», aggiunge Paolo Mazzacani, che ci è passato.
Grazie alla nuova base, il corso di sci si
trasformerebbe da occasionale (una volta l’anno)
a continuativo (anche tutti i giorni) e permetterebbe
ai partecipanti di risparmiare la
spesa per l’albergo. L’idea iniziale era quella di
piazzare la struttura in Gaver, dove c’è anche
del terreno a disposizione. C’è però un problema,
che è la mancanza di certezze circa la riapertura
degli impianti un anno con l’altro. Il sodalizio
sta dunque esaminando altre possibilità.
Ubaldo Vallini

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